Ca d’arbine (recinti di apiari)

Le ca d’arbine si trovano generalmente alla periferia delle zone coltivate o dei boschi alle pendici di declivi.


Tipologia Sito convertito

Periodo Vario

Accessibilità No

Visitabile No

Le ca d’arbine di Briga (“arnie” in dialetto brigasco), che si trovano anche a Tenda con il nome di naijou, sono alti recinti di pietra, di 50-150 m², alti da 3 a 5 m, progettati per proteggere gli alveari da predatori, furti, greggi e venti freddi. Contenevano tra i 40 e gli 80 alveari. Si trovano tra gli 800 e i 1.200 m sul livello del mare.

Questi recinti, costruiti su un pendio, sono generalmente rettangolari nella parte inferiore e arrotondati nella parte superiore. Sono costruiti principalmente in pietra secca non tagliata, ma quasi un terzo è stato realizzato in muratura con malta di calce magra.

La forma arrotondata a monte serviva per deviare i massi che rotolavano sul pendio, resistere alla pressione della neve (effetto arco) e favorire la circolazione dell’aria riscaldata dal sole invernale all’interno della cinta orientata tra sud-est e sud-ovest. La parte superiore del muro perimetrale è ricoperta di lose per proteggerla dalle intemperie.

La superficie interna delle ca d’arbine varia generalmente da 50 a 150 m². Le pareti sono spesse da 45 a 60 cm (di più quando si tratta di muri a secco) e alte da 2 a 3 metri di altezza comune ma quasi cinque metri più a monte.

Questi apiari contenevano tra i 40 e gli 80 alveari.

L’accesso al recinto avviene attraverso una porta laterale al piano inferiore, che dà su un piccolo giardino fiorito. In un angolo di questa bassa terrazza ci poteva essere una piccola rimessa (ciabot) addossata al recinto.

All’interno il pendio è organizzato in piccole terrazze sulle quali sono allineate le arnie. Una scala laterale conduce da un piano all’altro.

Anche se se ne trovano anche nelle vicine valli vicine, è in alta valle Roya, a Briga e a Tenda, che si trova la maggiore concentrazione di “case delle api”. Il clima più rigido rispetto alla media valle Roya e la notevole attività pastorale possono aver favorito questa forma di apicoltura.

L’aumento della temperatura all’interno della ca d’arbine favoriva la deposizione primaverile delle uova dell’ape regina e quindi una sciamatura precoce, consentendo la produzione di un nuovo alveare a partire dal primo anno.

Le ca d’arbine generalmente si trovano non lontano da un punto d’acqua (ruscello, fiume, sorgente) e piante e alberi da miele. La loro posizione al fondo delle valli permetteva alle api di raccogliere il nettare e di abbeverarsi a monte, per poi scendere facilmente rifornite.

Il Museo Casa delle Tradizioni e del Patrimonio Brigasco dedica una sala all’apicoltura e presenta un alveare vivente.

Condizioni di visita

Alcune ca d’arbine si trovano nelle immediate vicinanze delle strade che servono il comune, altre sono state costruite in luoghi più o meno isolati.

Varietà di configurazioni, dal bordo della strada a sentieri scoscesi. Visite soggette a restrizioni (proprietà private)

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Ulteriori informazioni

Bibliografia

  • Masetti Luigi Nino, Les apiers de la haute vallée de la Roya, Mémoires de l’lnstitut de Préhistoire et d’Archéologie des Alpes-Maritimes, tome XXXVII, Editions IPMM, 1995.
  • Magazine Le Haut-Pays, Les Editions du Cabri, Breil-sur-Roya :
    – Lanteri Minet Eugène, Propos apicoles, N° 9 avril 1997
    – Masetti L N, Les maisons des abeilles de la Roya (1), N° 28 avril 1994.
    – Masetti L N, Les maisons des abeilles de la Roya (2), N° 29 août 1994
    – Masetti L N, L’apiculture dans la vallée de la Roya, N° 30 décembre 1994.
    – Masetti L N, Les maisons d’abeilles de la Roya (3) N° 34 décembre 1995.
    – Masetti Luigi, Abeilles, éperviers et ours, N° 67 décembre 2006.