Resti delle cave di scisto verde di Tenda

La vecchia cava ha inciso una vena di peliti e si presenta sotto forma di cresta rocciosa in un meandro del Roya che le gira intorno. È immersa nella natura e si affaccia su una piccola area industriale sul ciglio della strada.


Tipologia Sito convertito

Periodo 1380 - 1600, Vario

Accessibilità No

Visitabile Si

Lo scisto verde di Tenda ha giocato un ruolo importante nella storia dell’architettura della valle Roya. Questa pelite ha sfumature che vanno dal verde celadon al grigio-verde più scuro, o addirittura al grigio, intervallate da venature ocra sparse. La sua patina naturale è satinata.

Le venature compatte, qualificate come Marmo Verde o Verde del Levante o Verde della Roya, sono state tagliate e scolpite per formare colonne, capitelli, fontane, monumenti, ornamenti vari, pavimentazioni e gradini.
Le vene più scistose, che si rompono facilmente, hanno fornito le lose di copertura dei tetti.

Le chiese, i palazzi ufficiali, i monumenti e le case borghesi dei cinque comuni della valle Roya, e al di là delle Alpi fino a Torino, mostrano l’evoluzione degli ornamenti realizzati con questa roccia dal Medioevo al XX secolo.

Il verde di Tenda è ben visibile sulla Collegiata di Nostra Signora dell’Assunzione a Tenda: Ornamenti nella facciata: lesene (blocchi di taglio medio-grande); cornicioni sotto il tetto e fregi; incorniciature e telai scolpiti di vetrate e portali; scalinate che conducono alla navata.

Coperture: grandi lastre di ardesia rustiche.

Ornamenti interni: piastrelle per pavimenti e gradini; colonne (basi, fusti e capitelli); archi e cornici; acquasantiera (datata 1604).

Lo sfruttamento della cava è cessato nel XX secolo.

Condizioni di visita

Il sito della cava di scisto verde di Tenda si trova sulla riva sinistra del Roya, di fronte alla RD 6204. Un ponte collega la strada al sito.

La vecchia cava è chiaramente visibile dalla RD 6204 sulla riva destra del Roya.

Visite soggette a restrizioni (proprietà privata).

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Ulteriori informazioni

Bibliografia

  • Dessandier D. avec la collaboration de Laforest C., Panorama des pierres de monuments historiques des Alpes-Maritimes (06). Rapport final. BRGM/RP-66109-FR, 2017.

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